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14 giugno 2002
 
C'è un tipo che incrocio spesso per strada. Ha la barba, è un po' stempiato, guida un autocarro rosso e ci incontriamo sempre nello stesso punto, verso le sette e mezzo. Deduco dall'orario che il suo posto di lavoro abituale si trova all'incirca vicino a casa mia; deduco anche che, di frequente, io mi trovo a lavorare dalle parti sue.
Noi non ci conosciamo, ma ormai per me è un volto familiare. Nell'attimo in cui i nostri mezzi s'incrociano gli dò un'occhiata e capisco se è tranquillo o pensieroso, insonnolito o allegro. E' successo che certe brutte espressioni o un certo modo di stringere il volante mi abbiano fatto preoccupare. Chissà che aveva.
Mi piacerebbe incontrarlo per caso in un bar, una volta o l'altra. Non sembra molto loquace (non lo sono neanch'io), però sarebbe facile attaccare discorso: basta poco per rompere il ghiaccio quando, oggettivamente, ci sono delle cose in comune. Potrei approfittare di qualche battuta del barista o lanciarmi in un commento sui Mondiali di calcio... ecco... comincerei a parlare con lui e poi, appena presa confidenza, gli farei una proposta: "Perché non ci scambiamo i clienti? Io resto a lavorare vicino a casa mia e tu, lo stesso. Possiamo dormire mezz'ora in più la mattina e la sera abbiamo il tempo per portare in giro il cane o i bambini (ha la faccia da babbo di almeno due marmocchi). Ti va?".
Lì per lì lui non capirebbe. Penserebbe è uno scherzo, penserebbe questo è scemo. Penserebbe guarda che gente si incontra, non sarà mica uno di quei bloggatori che si leggono sui giornali?

Però la mattina dopo gli farei flash-flash coi fari, lui mi riconoscerebbe e ripenserebbe alla faccenda. Mi basterebbe quello: innescare un pensiero. Gettare un granello di sabbia negli ingranaggi di questo meccanismo gigantesco che obbliga due autocarri a incrociarsi inutilmente ogni mattina e che ha trasformato la strada in strumento di tortura, la gioia di andare in trasferimento coatto. Un sabotaggio microscopico contro questa macchina insensata che sommerge d'asfalto i campi di grano e divora la vita di noi vittime/complici (poco o tanto, sempre troppo).

La tangenziale, la bretella, il raccordo anulare, la terza corsia, il salto di corsia, la strage del sabato sera, i guidatori della domenica, la benzina verde, il semaforo rosso, la variante, il parcheggio sotterraneo, il cavalcavia, il ponte sullo Stretto, il ponte lungo, l'esodo, l'ingorgo, il fuoristrada fuoriserie, l'uva a Natale, il greggio, la macchia nera sul mare, la Tempesta nel Deserto, il Prodotto Interno lordo di sangue, lo sviluppo, lo sviluppo, lo sviluppo, lo sviluppo, lo sviluppo, lo sviluppo...

Prova a ripetere sviluppo un centinaio di volte: perderà qualunque senso.




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